La buona figliuola maritata, Venezia, Zatta, 1789

 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 MARIANNA, il CAVALIERE e MENGOTTO
 
 Cavaliere
 
    Della bella marchesina
 son cognato e ammirator.
 
 Mengotto
 
    Della cara padroncina
 son vassallo e servitor.
 
 Marianna
 
5   Obbligata al cavaliere,
 aggradisco il buon amor. (A Mengotto)
 
 a tre
 
    Oh felice amico fato
 che di giubbilo ha colmato
 quest’albergo e il nostro cor.
 
 Cavaliere
10Deh, cara marchesina,
 se allor che la Cecchina
 eravate creduta
 dispiacer vi recai, vi chiedo in dono
 dalla vostra bontà grazia e perdono.
 Mengotto
15Ed io, quando ciascuno
 vi credea giardiniera,
 se parlarvi d’amore ebbi ardimento,
 vi domando un gentil compatimento.
 Marianna
 Non parliam del passato;
20tutto mi ho già scordato.
 In voi l’onor del sangue io compatisco; (Al cavaliere)
 di te so l’innocenza e l’aggradisco.
 Cavaliere
 Or che siete signora e maritata,
 vuol la moderna usanza
25che vi troviate un cavalier servente
 e può aver tal onore anche un parente.
 Marianna
 Obbligata, signore, io non mi curo
 di seguitar l’usanza;
 di piacere al marito io n’ho abbastanza.
 Mengotto
30Oh cara padroncina,
 di voi cosa direbbon le persone,
 se alla conversazione
 andaste sempre col consorte al fianco?
 Un cavaliere almanco
35vi vuol, signora mia,
 che d’appoggio vi serva e compagnia.
 
    Per il fresco la mattina
 dee venire il cavalier
 a trovar la signorina
40e a servirla da braccier.
 
    Se di ridere ha piacere,
 deve ridere e scherzar.
 S’ella ha voglia di tacere,
 il silenzio dee osservar.
 
45   Quando vuole, dir di sì,
 quando vuole, dir di no.
 Son villano ma lo so;
 quest’è l’uso d’oggidì.
 
 SCENA II
 
 MARIANNA e il CAVALIERE, poi la MARCHESA e SANDRINA
 
 Marianna
 Oh io non ne so nulla.
50Qual vissi da fanciulla
 vivrò da maritata,
 bastami dal marito essere amata.
 Cavaliere
 Felice il marchesino,
 cui concesse il destino
55una sì cara e sì gentil consorte;
 ma io, che dalla sorte
 n’ebbi un’indiscreta, aspra, cattiva,
 infelice sarò sino che io viva.
 Marchesa (In disparte che ascolta e parla con Sandrina)
 (Senti?) (A Sandrina piano)
 Sandrina
                    (Abbiate pazienza). (Piano alla marchesa)
 Marianna
                                                          E come mai,
60in così pochi giorni
 che siete maritato,
 avete in sdegno il vostro amor cangiato?
 Cavaliere
 Eh, Marianna carissima,
 quando si fa all’amore
65abbiamo un vel dinanzi agl’occhi e poi,
 passati i giorni dei primier diletti,
 ragion si desta e scopronsi i difetti.
 Marchesa
 (Tollerar più non posso...) (In atto di avanzarsi)
 Sandrina
                                                   (Ah no. Non fate). (Trattenendola)
 Marianna
 Ma di che vi lagnate?
70Che disgusti vi diè la vostra sposa?
 Cavaliere
 Non la posso soffrir così gelosa.
 Marianna
 Non so che qui vi sia
 ragion di gelosia. Fin che qui siamo,
 in armonia viviamo
75e in pace fra di noi.
 Cavaliere
 È gelosa mia moglie anche di voi.
 Marianna
 Di me!
 Marchesa
                 No, non è vero. (Avanzandosi)
 Non soffre una mia pari
 l’ingiurioso confronto. Io son chi sono.
80In voi la giardiniera ancor io vedo
 e a un amante, a un soldato ancor non credo.
 Marianna
 Chiunque io mi sia, signora,
 son del vostro german legata al laccio;
 mi difenda lo sposo; io parto e taccio. (Parte)
 
 SCENA III
 
 La MARCHESA, il CAVALIERE e SANDRINA
 
 Sandrina
85Certo di nobiltade è un grande indizio
 quel sputar le sentenze a precipizio. (Ironica)
 Cavaliere
 Fate torto a voi stessa,
 signora mia garbata,
 favellando in tal guisa a una cognata. (Alla marchesa)
 Marchesa
90Eh signor protettore,
 si vede che l’amore in voi favella;
 nasce la compassion dall’esser bella.
 Cavaliere
 Di voi mi maraviglio;
 son cavaliere onesto,
95stimo, apprezzo il suo merto e lo protesto.
 
    Solo la sua beltade
 vi rende a me tiranna;
 e a torto si condanna,
 senza ragion s’offende;
100ma se sdegno m’accende,
 mi saprò vendicar.
 
    Il ver non vi nascondo,
 v’adoro e mi piacete
 ma ancor non possedete
105l’arte di farvi amar.
 
 SCENA IV
 
 La MARCHESA e SANDRINA
 
 Marchesa
 Senti? Per sua cagione
 m’insulta e mi tormenta;
 se vendetta non fo, non son contenta.
 Sandrina
 Cotesta simoncina
110sa far la gatta morta
 ma è maliziosa e accorta e il mio Mengotto,
 dopo ch’io lo sposai,
 impazzito per essa è più che mai.
 Marchesa
 Crediam sia veramente
115baronessa tedesca?
 Sandrina
                                      Eh, per l’appunto!
 Il padre di costei
 io scommetto un zecchino
 che un barone non è ma un biricchino.
 Marchesa
 Ma il foglio che il germano
120da legger diede al cavaliere in mano?
 Sandrina
 Da ridere mi fate;
 queste son baronate,
 questi li frutti son, signora mia,
 della sua baronia che vale a dire
125l’arte dell’impostura e del mentire.
 
    Non ho tanti crini in capo
 quanti al mondo ne ho veduti
 che credevansi venuti
 dallo stipite d’un re.
130E poi dopo? Che cos’è?
 
    Si è scoperto che il suo merto
 sta nel giuoco di bassetta
 o in qualch’altra faccendetta
 che svelar non tocca a me.
135Sì signora, così è.
 
 SCENA V
 
 La MARCHESA, poi il MARCHESE
 
 Marchesa
 Costei è un bravo mantice,
 per attizzare il foco,
 ed io mi soglio accendere per poco.
 M’accende e mi tormenta
140vedere a mio dispetto
 padrona in questo tetto una che vanta
 giovinezza, bellezza e virtù tanta.
 Ma pur sarei costretta
 soffrir la pena mia,
145senza il duolo fatal di gelosia.
 Marchese
 La mia sposa dov’è? (Alla marchesa)
 Marchesa
                                         La riverisco.
 Marchese
 Servo suo. La mia sposa
 si sa dove sia andata?
 La cerco e non la trovo;
150chiamo, chiamo e non m’ode.
 Marchesa
 Io sua serva non son né sua custode.
 Marchese
 Oh, signora germana,
 or ch’è sposa ancor essa e cavaliera,
 non la vorrei veder sì brusca in ciera.
 Marchesa
155Anzi sono allegrissima,
 or che il signor germano
 all’incognita sua data ha la mano.
 Marchese
 Incognita voi dite
 alla mia baronessa?
 Marchesa
160Duchessa e principessa,
 degnissima d’impero
 ma voi lo dite ed io non credo un zero.
 Marchese
 Spropositi, pazzie. Donne e poi donne
 e quando dico donne
165so io quel che vuo’ dire.
 Marchesa
 Spiegatevi, signor...
 Marchese
                                       Non vuo’ impazzire.
 Marchesa
 Donne, donne! Le donne
 sono di varie sorte.
 La sua gentil consorte
170dell’altre è più pregiata,
 poich’ella è corteggiata
 da un cavalier compito.
 Marchese
 Come! Come! Da chi?
 Marchesa
                                           Da mio marito.
 Marchese
 Puh! Che diavolo dite?
175Tacete in cortesia...
 Non mi fate venire... Andate via.
 Marchesa
 Sì, andrò da questa casa
 ma già son persuasa
 che a servirla verrà lo sposo ingrato,
180buon amico e fedel di suo cognato.
 
    Così gli affetti
 sprezza l’indegno, (Al marchese)
 barbaro sposo, (Da sé)
 fremo di sdegno,
185vuo’ vendicarmi,
 alma infedel.   (Parte)
 
 SCENA VI
 
 Il MARCHESE solo
 
 Marchese
 Diavolo! Precipizio!
 Che impertinenza è questa?
 Venirmi a metter delle pulci in testa?
190Sì sì, la baronessa
 so che Marianna è dessa... Ah! Se non fosse
 e se mentisse il foglio?
 Cospettone! Sarebbe il bell’imbroglio.
 Ma no, non sarà mai;
195è troppo virtuosa,
 è semplice e amorosa.
 Tutti le voglion ben... Tutti, sì tutti.
 E mio cognato ancor? Sì, mio cognato,
 del merito incantato,
200l’ama semplicemente... E mia germana
 che ha di lei gelosia?
 Eh sarà una pazzia. È donna, è donna
 e come tal la scuso...
 Peraltro io sono un pocolin confuso.
 
205   Se mentisse il corazziere...
 Se non fosse vero il foglio...
 Via di qua brutto pensiere,
 via di qua, che non ti voglio.
 E se fosse mio cognato
210il servente appassionato...
 Non è vero, non può stare,
 io lo so con chi ho da fare,
 sorellina chiacchiarina...
 Ma se avesse... Se mostrasse...
215Se fingesse... Se bramasse...
 Oh che rabbia, oh che dispetto!
 Maledetto il mormorar.
 
 SCENA VII
 
 Sala.
 
 MARIANNA sola
 
 Marianna
 
    Io non so che voglia dire
 che mi batte in seno il cor;
220ah mi fanno intimorire!
 Sconsolata sono ancor.
 
 Oh davver cambierei, (Siede)
 per godere del cor la pace intera,
 la signora che or sono in giardiniera!
225Ma se cambiassi stato,
 non avrei più in isposo
 quel che tanto mi piace e mi diletta.
 No no, soffransi pure
 sdegni, insulti e sciagure.
230Se mi ama il mio consorte,
 rido de’ miei nemici e della sorte.
 
 SCENA VIII
 
 MARIANNA, poi il MARCHESE
 
 MARIANNA
 Ecco lo sposo mio. Mi par turbato.
 Marchese
 (Ah purtroppo egli è vero.
 Presto si crede il male
235e a smentir le bugie poco non vale).
 Marianna
 Cosa vuol dir, signore?
 Mi parete davver di malumore.
 Marchese
 No no, gioietta bella.
 Voi siete la mia stella e a voi dappresso
240ogni malinconia
 si dilegua, sparisce e fugge via.
 Marianna
 Non vorrei che qualcuno,
 o garrulo o mendace,
 l’amor vostro turbasse e la mia pace.
 Marchese
245(Questo suo dubitar mi dà sospetto).
 Marianna
 Sicuro del mio affetto
 credo ch’esser possiate e che il mio core
 esser non può del vostro ben mai sazio.
 Marchese
 (Non petita excusatio est accusatio).
 Marianna
250Ma voi non mi parete
 al solito con me tenero amante.
 Marchese
 Ho per la testa delle cose tante.
 Marianna
 Fate alla vostra sposa,
 fate la confidenza. Via, carino,
255dite che cosa avete.
 Vita mia, lo sapete
 quanto bene vi voglio; ah propriamente,
 se vi veggo turbato,
 se vi temo sdegnato,
260tremo, piango, m’uccide un fier dolore! (Piange)
 Marchese
 (Ah resister non so, mi crepa il core). (Piange)
 Marianna
 Gioia mia.
 Marchese
                       Mio tesoro.
 Marianna
 Mi volete voi bene?
 Marchese
                                       Ah sì, vi adoro.
 Marianna
 Ed io son tutta vostra.
 Marchese
                                           Tutta tutta?
 Marianna
265Ma che dimanda è questa?
 D’una consorte onesta,
 d’una donna d’onor che s’ha a temere?
 Marchese
 Ditemi; che v’ha detto il cavaliere?
 Marianna
 Nulla.
 Marchese
               Nulla? Vedete,
270se il ver mi nascondete,
 se celate così quel che vi ha detto,
 a ragione ho di voi qualche sospetto.
 Marianna
 È un torto che mi fate.
 Marchese
                                            O torto o dritto,
 vuo’ saper fra di voi quel ch’è passato.
 Marianna
275Ma non è il cavalier vostro cognato?
 Marchese
 Eh no, la parentela
 non mi mette a coperto a sufficienza;
 anzi ho più da temer la confidenza.
 Marianna
 Non vi credea capace
280di formare di me sì vil concetto.
 Oltre al tenero affetto,
 che sol per voi nutrisco,
 il sangue non tradisco.
 È la nascita mia dal ciel scoperta.
 Marchese
285Eh la nascita vostra è ancora incerta.
 Marianna
 Come? Non è approvata
 da un autentico foglio?
 Marchese
 Essere vi potrebbe un qualche imbroglio.
 Marianna
 E il corazzier tedesco
290non è un uomo d’onore?
 Marchese
 Esser può Tagliaferro un impostore.
 
 SCENA IX
 
 TAGLIAFERRO e detti
 
 Tagliaferro
 Wass ist? Cosa affer detto?
 Impostor che fol dir?
 Nix italian capir. Presto parlar, (A Marianna)
295se strapazzo mi dir, testa tagliar. (Al marchese)
 Marchese
 (Povero me! Ci sono).
 Marianna
                                           Oh non temete.
 Tra di noi gl’impostori
 han fortune, ricchezze e i primi onori. (A Tagliaferro)
 Tagliaferro
 Jo jo, main libre Her. Per mio falore
300a la gherra mi star braffo impostore. (Al marchese)
 Marchese
 Non ci ho difficoltà. Lo credo anch’io. (A Tagliaferro)
 (Riparato ha Marianna al caso mio).
 Tagliaferro
 Mariandel, afer nova
 che ti far consolata.
 Marianna
                                      E qual novella
305mi recate felice?
 Tagliaferro
                                 Her barone
 colonnel mi patrone
 star viaggio per fenir. No star lontan;
 cara figlia abbracciar forse timan.
 Marianna
 Oh lo volesse il ciel!
 Marchese
                                       (Se questo è vero,
310di far tacer le male lingue spero).
 Marianna
 Voi ne avrete piacer? (Al marchese)
 Marchese
                                           Sì, gioia mia.
 Marianna
 Mi direte che sia
 il foglio mentitore?
 Ed il buon Tagliaferro un impostore?
 Marchese
315No, non lo dirò più.
 Tagliaferro
                                      Corpo di Bacco!
 Perché più non lo dir? Perché negar
 che impostore mi star per mia brafura?
 Marchese
 Sì signor, ve l’accordo, è un’impostura.
 Tagliaferro
 
    Colonello fenirà,
320mia brafura conterà. (Al marchese)
 Che contento proferà
 quando ti feder papà! (A Marianna)
 Ti sentir e ti profar
 che mia spata fa tremar. (Al marchese)
 
325   Ti no star più la Cecchina,
 star la pella marchesina.
 Mariannina, poferina
 to papà ti consolar. (A Marianna)
 E consorte con marito
330per cavallo farà invito
 per Germania a galoppar. (Parte)
 
 SCENA X
 
 MARIANNA ed il MARCHESE
 
 Marianna
 Sposo, che cosa dite?
 Parvi che ancora incerta
 sia la mia condizione ed il mio stato?
 Marchese
335Sono mortificato,
 son delirante e sono...
 Non so quel che mi sia; chiedo perdono.
 Marianna
 No no, non vi umiliate a cotal segno.
 Basta che non indegno
340sia di vostra bontà l’affetto mio.
 Marchese
 Sì, a dispetto d’ognun, vostro son io.
 Marianna
 Crederete a’ maligni?
 Marchese
                                           Oh questo no.
 Marianna
 Mi vorrete voi ben?
 Marchese
                                       Ve ne vorrò.
 Marianna
 Sempre?
 Marchese
                    Sempre in eterno.
 Marianna
                                                       E se verranno
345a dir male di me?
 Marchese
                                    Non vi è pericolo.
 So chi siete, mio ben, v’amo e vi credo.
 Marianna
 Se lo dite di cor, di più non chiedo.
 
    Ah sposino mio caro, carino,
 siate buono con chi vi vuol ben.
350Poverina la vostra Cecchina
 far tremare così non convien.
 
    Non son io quella buona figliuola
 che ferito v’ha il core nel sen?
 Ah furbetto! Sì sì, mi consola
355quell’occhietto che in vita mi tien. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 Il MARCHESE solo
 
 Marchese
 Sarei, se io non l’amassi,
 sarei una bestiaccia,
 un leone, una tigre, una pantera
 e più crudel d’ogni qualunque fiera.
360Venga pur mia germana
 e provisi di farmi il suo sermone,
 che io le risponderò con la canzone.
 
    O donne, donne, parlo con le triste,
 che meritan le buone ogni rispetto,
365il sesso vostro saria assai più bello,
 se aveste meno lingua e più cervello. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 Camera con porta.
 
 MARIANNA sola con foglio in mano, poi TAGLIAFERRO
 
 Marianna
 Or son tutta contenta;
 lo sposo mi vuol bene,
 mio padre a me sen viene e questo foglio
370piucché mai mi assicura
 della mia felicissima avventura.
 Tagliaferro
 Bondì fossignoria,
 comandar, se foler che mi andar fia.
 Marianna
 Dove volete andar?
 Tagliaferro
                                      Foler pel pello
375andar incontro de mi colonello.
 Marianna
 Lo incontrerete poi?
 Tagliaferro
                                        Sì, star sicura
 che fenir per la posta;
 e foler aspettar per notte e giorno
 a osteria dove star piccolo corno.
 Marianna
380Andate ed abbracciate
 il caro genitore. Dite ch’io sono
 di vederlo bramosa. Alle mie stanze
 mi ritiro frattanto e questo foglio
 legger di nuovo e ribaciare io voglio. (Entra in una camera)
 
 SCENA XIII
 
 TAGLIAFERRO, poi il CAVALIERE
 
 Tagliaferro
385Pofera marchesina!
 Ah star tanto bonina!
 Cavaliere
                                          Galantuomo. (A Tagliaferro)
 Tagliaferro
 Che foler?
 Cavaliere
                      È egli vero
 quello che intesi a dir? Che il genitore
 di Marianna sen venga?
 Tagliaferro
                                               Jo, main Her.
 Cavaliere
390E pur v’è chi non crede e chi sostenta
 che siate un impostore.
 Tagliaferro
                                             Jo, star vero.
 Impostore mi star.
 Cavaliere
                                     Dunque star falso
 che il barone venir; dunque di fatto
 egli non venirà.
 Tagliaferro
                                Dunque star matto.
 Cavaliere
395Più rispetto a un par mio.
 Tagliaferro
                                                  Star di sua mano
 lettera a me mandata.
 Cavaliere
                                           E dov’è il foglio?
 Tagliaferro
 Star in man di Marianna.
 Cavaliere
                                                 Son curioso
 di leggerlo e sentire...
 Tagliaferro
                                          Andar in camera,
 dove star Marianna. (Accenna la camera)
 Cavaliere
                                         Io non ardisco...
 Tagliaferro
400Se foi non ardiscar,
 fenir, fenir con mi, non dubitar. (Lo prende per un braccio e lo conduce in camera di Marianna)
 
 SCENA XIV
 
 La MARCHESA e SANDRINA
 
 Marchesa
 Ehi, avete veduto?
 Sandrina
 Che bravo corrazziere!
 Ha servito assai bene il cavaliere.
 Marchesa
405E il stolido germano
 tace, confida e crede.
 Sandrina
 È un uom di buona fede.
 Marchesa
 Amor l’ha affaturato.
 Paoluccia
 Ei non sospetterà di suo cognato.
 
 SCENA XV
 
 Il MARCHESE e detti
 
 Marchese
410Ora avrete finito
 di parlare sì mal di mia consorte;
 or ora a queste porte,
 sì, per vostro rossore,
 di Marianna vedrete il genitore.
 Marchesa
415E voi per gloria vostra,
 non so se con isdegno o con piacere,
 con Marianna vedrete il cavaliere.
 Marchese
 Dove?
 Marchesa
                Là in quella camera.
 Sandrina
                                                       E il soldato
 è quel che l’ha guidato e non bisogna
420sopportare una simile vergogna.
 Marchese
 (Son fuor di me).
 Marchesa
                                   A seppellirvi andate,
 se i vostri e i torti miei non vendicate. (Parte)
 
 SCENA XVI
 
 Il MARCHESE e SANDRINA
 
 Marchese
 Non so quel che mi faccia,
 s’io parli o pur s’io taccia,
425s’io simuli anche un poco
 o cominci d’adesso a prender foco.
 Sandrina
 Signor, non lo credete?
 Entrate e lo vedrete.
 Marchese
 Sì sì, vado a drittura...
430(Ma se v’è il corazzier mi fa paura).
 Sandrina
 Eh fattevi coraggio. Zitto, zitto,
 aprono la portiera. È il cavaliere.
 Marchese
 (Non vorrei che venisse il corazziere).
 
 SCENA XVII
 
 Il CAVALIERE e i suddetti, poi TAGLIAFERRO e dopo MARIANNA
 
 Cavaliere
 Mi rallegro con voi... (Al marchese)
 Marchese
                                         Fuori, signore,
435fuori di casa mia.
 Cavaliere
                                   Con chi parlate?
 Marchese
 Con voi.
 Cavaliere
                   Con un cognato?
 Marchese
 Fuori di casa mia.
 Cavaliere
                                    Siete impazzato?
 Marchese
 Andate o cospettone...
 Cavaliere
 A me un simile affronto?
440Fuori vi aspetto a rendermi buon conto. (Parte)
 Marchese
 Sì, verrò con la spada
 nel cortile, in un prato o sulla strada.
 
    Sono insatanassato,
 l’animo ho furibondo,
445voglio con tutto il mondo
 battermi e contrastar.
 
 Sandrina
 
    Viva il padron garbato,
 viva la sua bravura!
 No, che non ha paura;
450no, che non sa tremar.
 
 Marchese
 
    Per carità tenetemi
 o che farò un spettacolo.
 
 Sandrina
 
 Senza verun ostacolo
 noi vi lasciamo andar.
 
 Tagliaferro
 
455   Cossa far questo strepito?
 
 Marchese
 
 Nulla. (Maledettissimo). (Con timore)
 
 Sandrina, Paoluccia a due
 
 Presto, padron carissimo,
 tempo è di principiar. (Piano al marchese)
 
 Marchese
 
    Dov’è Marianna andata?
 
 Tagliaferro
 
460Star camera serrata.
 
 Marchese
 
 Presto, che venga subito,
 che le ho da favellar.
 
 a quattro
 
    Oh che tempesta orribile!
 Veggo nell’aria il fulmine
465e della casa al culmine
 l’odo precipitar.
 
 Marianna
 
    Caro sposo, vi veggo turbato,
 deh non siate più meco sdegnato;
 per pietà non mi fate tremar!
 
 Marchese
 
470   Di una donna e d’un uom in presenza
 ascoltate la vostra sentenza,
 il divorzio vi vengo a intimar.
 
 Marianna
 
    Poverina! Che cosa v’ho fatto?
 
 Tagliaferro
 
 Non capir. Che fol dire diforzio? (A Marianna)
 
 Marianna
 
475Nulla, nulla. (A Tagliaferro dissimulando)
 
 Tagliaferro
 
                          Che cossa fol dir? (Al marchese)
 
 Marchese
 
 Non importa l’abbiate a capir. (A Tagliaferro)
 
 Marianna
 
    Un divorzio alla fida consorte?
 Ah piuttosto vi chiedo la morte!
 
 Tagliaferro
 
 Che fol dir maledetto diforzio? (A Sandrina)
 
 Sandrina
 
480Vorrà dir separare il consorzio. (A Tagliaferro)
 
 Tagliaferro
 
 Che fol dir diforzio e consorzio? (A Sandrina)
 
 Sandrina
 
 Ei vuol dire, il mio bel torlurù,
 che la sposa il padron non vuol più.
 
 Tagliaferro
 
    Ah tar Taifle! (Al diavolo) Nix diforzio.
485Star marito, star consorzio,
 Se giudizio non parlar,
 precipizio foler far.
 
    Star tua sposa, star onesta
 e a ti testa mi tagliar.
 
 Marchese
 
490Non vi state a incomodar.
 
 Sandrina
 
    Ha trovato un protettore
 che la gente fa tremar.
 
 Tagliaferro
 
    Dar la mano.
 
 Marchese
 
                              Eccola qui. (Dà la mano a Tagliaferro)
 
 Tagliaferro
 
 Dar Marianna.
 
 Marchese
 
                              Signorsì. (Dà la mano a Marianna)
 
 Tagliaferro
 
495Perdonanza domandar. (Al marchese)
 
 Marchese
 
 Io vi prego a perdonar. (A Marianna)
 
 Sandrina
 
    (Il padrone è un bel poltrone
 che di più non si può far).
 
 Tagliaferro
 
    Star contenta? (A Marianna)
 
 Marianna
 
                                  Contentissima.
 
 Tagliaferro
 
500Dar parola? (Al marchese prendendolo per la mano)
 
 Marchese
 
                          Sicurissima.
 
 Tagliaferro
 
 Anch’io contento star;
 e barone mio patrone
 fol andar per incontrar.
 
    Ah main Sonzz (Mia cara) , allegra star. (A Marianna)
505Ah main Her (Mio signore) , non mi purlar. (Al marchese)
 Che cospette, ie promette
 che quel giorne, quando torne,
 testa, brazzi mi tagliar. (Parte)
 
 Marchese
 
    È partito. (A Sandrina)
 
 Sandrina
 
                         Se n’è ito. (Al marchese)
 
 Marchese
 
510(Or mi voglio vendicar).
 
 Marianna
 
    Sposo mio, che mai v’ho fatto?
 
 Marchese
 
 Non son cieco, non son matto
 e il divorzio s’ha da far. (A Sandrina)
 
 Sandrina
 
 E di qua se n’ha d’andar. (A Marianna)
 
 Marianna
 
515   Per pietà...
 
 a due
 
                          Non v’è pietà.
 
 Marianna
 
 La ragione...
 
 a due
 
                          Già si sa.
 
 Marianna
 
 L’innocenza...
 
 a due
 
                            Non c’è più.
 
 Marianna
 
 E l’amore...
 
 a due
 
                        Se ne va.
 
 a tre
 
 Marchese, Sandrina
 
    È già data la sentenza
520e conviene aver pazienza
 e il divorzio si farà.
 
 Marianna
 
 Oh, che fiera crudeltà!
 
 Fine dell’atto primo